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Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di San Lorenzo

La chiesa è documentata dal XII secolo, ma nel 1635 iniziano i lavori di riqualificazione dell'edificio con sontuose decorazioni in stucco opera di Giovanni Antonio Colomba di Arogno e di Giovanni Battista Barberini. Delle molte opere legate al ben noto artista, ricordiamo il ciclo delle storie di San Lorenzo nella navata centrale, del 1664, gli stucchi con scene del martirio del Santo nelle lunette e le quattro statue addossate alle lesene dei pilastri della navata rappresentanti San Sebastiano, San Girolamo, Sant'Andrea e San Rocco. Nel presbiterio l'affresco settecentesco con il Martirio di San Lorenzo sulla volta è tradizionalmente attribuito ai fratelli Giosuè e Carlo Scotti.

Oratorio di San Giuseppe
Oratorio di San Giuseppe

L'edificio, iniziato dalla famiglia Frisoni nel 1677, è stato successivamente acquistato e ampliato da Giulio Quaglio nel 1703. Notevoli le opere del pittore di Laino eseguite tra il 1716 ed il 1717 dove, ai piedi di san Luca nei pennacchi, troviamo la firma e data dell'autore: Ivlivs Qvalevs anno 1717. 

All'interno dell'edificio sono presenti anche opere commissionate dai Retti di Laino e sontuosi stucchi di Diego Francesco Carloni di Scaria. 

Angeli in volo, Diego Francesco Carloni di Scaria
Angeli in volo, Diego Francesco Carloni di Scaria
La volta del Quaglio nell'oratorio di San Giuseppe
La volta del Quaglio nell'oratorio di San Giuseppe
San Lorenzo, particolare della volta
San Lorenzo, particolare della volta
Palazzo Scotti
Palazzo Scotti

Palazzo Scotti a Laino rappresenta il più significativo esempio di casa d'artista della Valle Intelvi ed una delle più importanti architetture civili della Valle.

Il nome dell'edificio è intimamente legato ad una famiglia di artisti originaria di Laino: gli Scotti. In due secoli, tra la metà del '600 e la metà dell'800 almeno dodici membri di questa famiglia sono stati attivi nel campo delle arti, anche grazie alle strette relazioni con importanti artisti intelvesi attivi in quegli anni, quali lo stuccatore Giovanni Battista Barberini, l'architetto Giovanni Battista Aliprandi e il pittore Carlo Innocenzo Carloni. Dopo le esperienze di Giacomo, stuccatore, e di Bartolomeo, architetto, troviamo nelle generazioni successive una propensione verso la pittura a partire da Giovanni Pietro Scotti, noto collaboratore di Carlo Innocenzo Carloni e dei tre figli Bartolomeo, Giosuè e Carlo. L'imponente edificio presenta nel salone al primo piano la volta decorata con un affresco che rappresenta il "Trionfo di Apollo" inserito in una cornice architettonica sorretta da dodici telamoni.