La Madonna del latte: una donna da scoprire

Davanti all'immagine della Madonna del latte ci si rende conto di essere dinanzi al miracolo della vita, una "celeste corrispondenza d'amorosi sensi" come ben sottolineato da Ugo Foscolo, in cui l'umanità si fonde alla sacralità.

Nel Quattrocento sull'onda di un nascente umanesimo l'allattamento non è più solo visto come un gesto di umiltà e di servizio verso Dio, ma la Vergine diviene espressione della propria femminilità con la testimonianza del parto. In un tempo storico dove la donna era relegata al solo contesto familiare, ella non è solo responsabile della gestione della casa, ma anche della crescita dei figli. Come tale, la figura diventa centrale nella cura, nell'educazione e soprattutto nell'istruzione religiosa. E così la subalternità viene riscattata nobilitando la maternità, un primo movimento di identificazione delle madri con Maria diventata madre. Le due figure pienamente umanizzate suggeriscono un sentimento di empatia, in cui il fedele può rispecchiarsi. Una Madre che con il suo corpo offre conforto terreno a Gesù rappresentato come un bambino preso in braccio, cullato, accarezzato e allattato.

La relazione tra Madre e Figlio è colta negli occhi e negli atteggiamenti di affetto, dove il bimbo Gesù si muove, protende le braccia verso la mamma, l'abbraccia, le tocca il viso e si aggrappa alle sue vesti. La Madre nell'allattamento, fatto di nuove tenerezze, stringe a sé amorevolmente il Figlio, come a proteggerlo. Un'immagine sempre piú credibile agli occhi dei fedeli, coinvolgente e reale. Dotata di una nuova dimensione psicologica, la vita fisica trasmessa nel latte diviene carne nel Bambino, concorrendo in questo modo all'opera del Salvatore. Nel gesto, il sacro si umanizza e l'umanità si santifica, e così come la Vergine allatta Gesù, la Chiesa nutre i fedeli con la parola e il corpo di Cristo. Comparsa fin dal III secolo, l'iconografia della Madonna del Latte è tra le più antiche e venerate. In Italia si diffuse particolarmente nel XIV e XV secolo. Con l'avvento della controriforma seguita al Concilio di Trento (1545-63), le prescrizioni del cardinale Borromeo proibivano di raffigurare la nudità nelle persone sacre. E così le Madonne furono ritoccate o addirittura rimosse mentre veniva a decadere ufficialmente l'iconografia.


Tratto dal libro "I volti della Maternità in Valle Intelvi - Madre e Figlio in dialogo" di Simona Castelli, stampato da Foto Idea di Centro Valle Intevi - 2022.