Onorato Andina

Onorato Andina (Arogno, 1803 - Como, 1867) è un pittore che ha operato soprattutto nel Comasco. Nel 1857 ha affrescato il battistero nella Basilica del SS. Crocifisso in Como e altre sue opere si trovano nel battistero di San Fedele a Como e a Nesso, dove nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nell'area presbiterale, si trovano dipinti raffiguranti la Consegna delle chiavi a san Pietro, la Disputa di san Paolo nell'Areopago e la Trinità con gli Evangelisti realizzati nel 1864.

In Valle Intelvi troviamo sue opere nelle chiese parrocchiali di San Maurizio a Casasco (Centro Valle Intelvi), Santa Maria a Pellio Superiore (Alta Valle Intelvi), Sant'Agata a Castiglione (Centro Valle Intelvi) e sempre a Castiglione nella chiesa di Santo Stefano.

Della vita di Onorato Andina e del suo operato si hanno poche notizie. Nato ad Arogno nel 1803, è vissuto ad Argegno e ha studiato a Brera. Lavora nel comasco nella prima metà dell'800 dipingendo arte sacra, ritrattistica e operando come conoscitore d'arte. Con i suoi ritratti diventa bravo fotografo della società lariana del suo tempo; muore nel 1867 ed è sepolto a Como. Notevoli sono i suoi ritratti ispirati alla ritrattistica austriaca del periodo Biedermeier, detto anche "Romantico", molto in voga tra la borghesia tedesca e austriaca nel periodo storico che intercorre tra il 1815 ed il 1848, nei quali tendeva a valorizzare l'armonia e la sobrietà.

L'undici settembre 2022, al museo d'Arte Sacra di Scaria, sono stati esposti al pubblico due ritratti donati da Giancarlo Carloni, ultimo discendente dell'illustre famiglia di artisti di Scaria. Le opere dipinte da Onorato Andina nel 1848, rappresentano Carlo Carloni e la moglie Rosa Scotti. Carlo Carloni fu medico, direttore dell'ospedale Sant' Anna e scienziato. Nel quadro vediamo il protagonista che volge lo sguardo allo spettatore sicuro del suo ruolo autorevole. Indossa sopra l'abito scuro, la medaglia ricevuta in riconoscenza per i meriti di ricercatore e con la mano indica un documento, testimonianza dei suoi interessi in ambito scientifico. Divenne infatti noto per aver salvato da un'epidemia gli abitanti della sua valle con il chinino. La moglie, ritratta con compostezza, indossa guanti e un elegante copricapo rappresentando i gusti dell' epoca e l'avvento di una borghesia che si accrebbe con l'influenza rinnovatrice in campo sociale e giuridico delle leggi napoleoniche, applicate anche in Italia durante il dominio francese.

L'Immacolata
L'Immacolata

Nel 1842 ha dipinto la pala d' altare per il presbiterio della chiesa di Santa Maria a Pellio (Alta Valle Intelvi) con l'immagine dell'Immacolata, dove la Vergine Maria è presentata come nel racconto dell'Apocalisse (12,1-2): unica donna in grado di sconfiggere il peccato originale e immune da esso, calpesta una falce di luna e il serpente sotto i suoi piedi ed è incoronata da dodici stelle.

La Madonna col Bambino e i SS.Maurizio e Pietro
La Madonna col Bambino e i SS.Maurizio e Pietro

A Casasco (Centro Valle Intelvi), nella parrocchiale di San Maurizio, nella prima cappella di destra, la tela raffigura Maria in trono con il bambin Gesù in compagnia di san Pietro, a destra, che con una mano indica il Salvatore e con l'altra mostra le chiavi del cielo, e a sinistra San Maurizio, in abiti militari, in atteggiamento orante con la palma nella mano, simbolo del martirio.

Sant'Antonio da Padova col Bambino
Sant'Antonio da Padova col Bambino

Nella parrocchiale di Santo Stefano a Castiglione (Centro Valle Intelvi), la prima cappella a destra è dedicata a Sant'Antonio da Padova. Dai documenti d'archivio sappiamo che la cappella " Il dipinto in tela che rappresenta il Santo è lavoro del pittore (Onorato) Andina fatto nell'anno 1835 essendosi questo sostituito ad altra che prima vi era lacero e scolorito." L'iconografia del dipinto allude a un fatto narrato nel "Liber Miraculorum", secondo cui Antonio avrebbe avuto l'apparizione di Gesù Bambino mentre meditava a Camposampiero prima della morte. L'episodio è rappresentato nella tela dove il santo con il saio francescano e in ginocchio, è raccolto in preghiera nella sua cella. In un alone di luce appare il Bambin Gesù su una nuvola che con il capo leggermente reclinato a sinistra accarezza il viso del santo in un gioco di sguardi incrociati carichi d'amore. Sulla semplice panca, utilizzata probabilmente come inginocchiatoio, sono poggiati il giglio, simbolo del Santo che ne richiama la purezza e un libro aperto che connota Sant'Antonio come un teologo.

Il Martirio di Sant'Agata
Il Martirio di Sant'Agata

Di fronte alla chiesa matrice della Valle troviamo la chiesa di Sant'Agata. Nella cappella destra l'affresco, realizzato da Onorato Andina nel 1839, descrive il martirio della Santa.

Scrive l'Arciprete Giovanni Ferrario (1837 - 1889) della chiesa di Santo Stefano a Castiglione "il bel dipinto del pittore Andina fatto nel 1839 rappresentante il martirio della Santa fu sostituito ad un quadro che per le ridicole figure dei manigoldi e per il seno della Santa dipinto affatto scoperto, la decenza e il rispetto consigliavano venisse per sempre rimosso".

La martire è al centro della scena e, nonostante il tormento, ha il volto pacato e soffuso di serenità al pensiero di poter incontrare Cristo dopo il martirio. Un soldato romano alla sua sinistra la lega saldamente con una corda. Alla destra della santa, si erge la figura statuaria e brutale del carnefice, con un coltello in mano, intento a strapparle la veste, sotto la quale è visibile un solo seno: un chiaro riferimento al supplizio della Vergine.