Il cammino al Gireglio tra castagni e antiche storie

Cammino al Gireglio con partenza da Castiglione o da Dizzasco

Un'oasi di pace lontana dal trambusto che risuona di storia. Immagina un sentiero che si snoda tra boschi rigogliosi, magari con qualche scorcio sul lago che fa capolino tra le fronde. L'aria profuma di terra umida e di fiori selvatici. Mentre cammini, quasi puoi sentire l'eco di quei tempi antichi, quando il Gireglio era già un luogo speciale, tanto da essere menzionato in un documento del Seicento. Chissà quali storie custodisce questo sentiero, quali occhi hanno ammirato la sua bellezza secoli fa? Arrivare lassù è come scoprire un segreto ben custodito, una ricompensa per la passeggiata, con una vista che ti toglie il fiato e un senso di serenità che ti avvolge.

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Il castagno: storia di un albero


Antiche storie in un documento del Seicento

Al Comune di Blessagno esiste un'antica pergamena. Il documento è stato tradotto alla lettera da Marco Lazzati. Alcune parti "burocratiche" sono state saltate e altre parti del manoscritto sono poi abbastanza rovinate. Comunque si tratta di una delle tante controversie territoriali tra comuni. In questo caso tra la comunità di Lamezena da una parte e i comuni di Castiglione e Blessagno dall'altra. La questione viene risolta con un arbitrato amichevole redatto a Latorre e presentato (?) alla canonica di Santo Stefano.

Ringrazio Marco Lazzati per la traduzione, il Comune di Blessagno ed Ettore Canevali per avermi mostrato e permesso di fotografare il manoscritto.

Simona Castelli

Documento dell'archivio di Blessagno (tentativo sommario di traduzione di Marco Lazzati)

Nel nome del Signore amen.

14 Luglio 1618, indizione sesta.

Poiché ci furono molte varie liti, questioni, discordie e controversie e dibattiti, e temendo che maggiori potrebbero sorgere in futuro, tra il console, il comune, gli uomini e le singole persone di Lamezena [cioè Dizzasco e frazioni] in pieve di Intelvi, lago ed episcopato comense da una parte, e i consoli, i comuni, gli uomini e le singole persone di Castiglione e Blessagno, in Valle Intelvi, episcopato di Como, dall'altra parte, affinché per le liti, controversie, discordie e dibattiti le suddette parti arrivassero a un compromesso e a una composizione, il reverendo Giorgio Rusca arciprete della chiesa di S. Pietro di Bellinzona e lo spettabile Lotario Rusca di Bellinzona suo fratello, arbitri e amichevoli compositori, concordemente e amichevolmente… [segue uno sproloquio in burocratese sul compromesso]. Esaminarono diligentemente gli strumenti e i diritti per le suddette parti, prodotti davanti a loro [altro sproloquio sul fatto che la composizione fu amichevole piuttosto che rigorosa]. Invocato il nome di Cristo, si procedette al giudizio.

Seduti in un banco posto nella corte della casa di Francesco e fratelli Lavizzari di Argegno, figli del fu Giovanni, situata nel luogo di Latorre nel comune di Castiglione, il quale luogo e banco Giorgio e Lotario, arbitri (ecc.), hanno scelto per i loro arbitrati e pronunciamenti, come segue: gli arbitri Giorgio e Lotario ordinano che il dominio dei predetti territori, comuni, uomini e singole persone di Castiglione e Blessagno sia dell'illustrissimo signore conte Lotario Rusca della valle di Lugano. Poi i suddetti arbitri e amichevoli compositori ordinano che la "comunanza" (i beni comuni) e i beni immobili giacenti nel territorio di Blessagno e di Castiglione in Valle Intelvi, cioè i prati per i quali si va da Blessagno a Pigra verso monte, devono essere dei suddetti comuni e degli uomini e delle singole persone di Castiglione e Blessagno e li possiedano in perpetuo, salvi tuttavia e riservati i diritti… Poi i suddetti arbitri (ecc.) ordinano che i beni comuni e immobili giacenti nel territorio di Lamezzena in pieve d'Intelvi verso la suddetta strada che va da Blessagno a Pigra verso la valle asolandina (?) dalla cima dello stesso monte Gireglio, cominciando dalla cima dello stesso monte dove, per mezzo (per ordine) dei suddetti arbitri è stato da poco piantato un "termine" (= cippo di confine) e finendo lungo lo stesso monte in linea retta dove per mezzo dei suddetti arbitri è stata fatta una croce su di una pietra presso due castagni, vicino alla (unica) strada esistente in fondo allo stesso monte, verso l'aratorium (? terreno arabile?) dei suddetti comune, uomini e singole persone di Lamezzena, cioè verso il lago di Como: (tutto ciò) spetta e appartiene a suddetti comune, uomini e singole persone di Lamezena che le possiedano in perpetuo, salvi tuttavia e riservati diritti…

Poi i suddetti arbitri ordinano che tutta la piana giacente nel territorio detto in fopa de nana (o nava?) sia dei suddetti comune, uomini e singole persone di Lamezena e che i comuni, uomini e singole persone di Castiglione e Blessagno in comunione la possiedano in perpetuo, salvi tuttavia e riservati diritti…

I suddetti arbitri ordinano che la comunanza (beni in comune) e gli immobili giacenti nel territorio di Castiglione e Blessagno in Valle Intelvi, cioè dalla sommità dello stesso Gireglio cominciando dalla cima dello stesso monte dove, per mezzo (per ordine) dei suddetti arbitri è stato da poco piantato un "termine" (= cippo di confine) e finendo lungo lo stesso monte in linea retta dove per mezzo dei suddetti arbitri è stata fatta una croce su di una pietra presso due castagni, vicino alla (unica) strada esistente in fondo allo stesso monte, sopra verso (…?) e le abitazioni di Castiglione e Blessagno, appartengano ai comuni, uomini e singole persone di Castiglione e Blessagno, salvi tuttavia e riservati diritti… Salvo anche il diritto che gli uomini di Lamezzena possano andare e venire con le loro bestie per la strada esistente nei suddetti luoghi dove si dice "in … Dizasco" in Lamezena [la comunità di Lamezena comprendeva nel Medioevo Dizzasco, Muronico, Rovasco, Biazzèno e Sorianico] per andare al suddetto monte Gireglio e per ritornare…

Poi i suddetti arbitri (ecc.) ordinano che, per i predetti ordinamenti, i suddetti comune, uomini e singole persone di Lamezena per una parte, e i suddetti comune, uomini e singole persone di Castiglione e i suddetti console, comune, uomini e singole persone di Blessagno per l'altra parte, devono osservare, adempiere e mandare in esecuzione, sotto pena e obbligo, all'istrumento di compromesso …ducentum auri (?) [duecento ducati d'oro? Ma non sono sicuro di avere letto bene!]… al magistro Domenico Inganni figlio del fu Maffeo, a Battista Gelpi figlio del fu magistro Domenico, a Giuliano de Pulte figlio del fu Silvestro, ad Andrea Stoppani figlio del fu [macchia], ad Antonio Ferrari(o) figlio del fu Giacomo, a Guarisco de Testis (?) figlio del fu Andrea, ad Antonio de (?) figlio del fu magistro Donato, tutti vicini (paesani) e abitanti nel suddetto comune di Lamezena per sé e a proprio nome o anche a nome di altri abitanti del suddetto comune di Lamezena, … i predetti magistro Donato e consorte hanno promesso e promettono sotto ipoteca e obbligo... [segue sproloquio burocratico che non riesco a capire]

Redatto nel luogo di Latorre in comune di Castiglione (...) e presso la Canonica di S. Stefano di Valle Intelvi. Firmano i testimoni: [macchia] di Lucino, cittadino comense, figlio del fu Tobia (?), Iohanne...(?) di Olginate, ... Francesco Lavizzari di Argegno figlio del fu Giovanni e Giovanni Giacomo del castello di Argegno... Notaio: Iobesmaria (?) de Lopia ... comense figlio del fu...(?) . Tutti conosciuti e idonei.


Aggiungo qui alcune mie considerazioni:

Sul sito del comune di Pigra esistono le mappe di tutti i sentieri che partono da Pigra. Quello da Blessagno a Pigra è il n.836. https://www.aapigra.it

Nell'immagine del percorso 836 c'è il sentiero "alto" e "basso". Quest'ultimo passa per il Gireglio e qui è citata una croce "Chemp da Munt" nel punto di incontro/diramazione dei due sentieri. Sarà la croce nominata nel documento?

Nel documento c'è scritto "... tutta la piana giacente nel territorio detto in fopa de nana (o nava?) sia dei suddetti comune, uomini e singole persone di Lamezena e che i comuni, uomini e singole persone di Castiglione e Blessagno in comunione…". Nella cartina c'è effettivamente una cascina Nava, la si incontra partendo da Pigra verso Muronico (pieno territorio di La Mezzena).

Nel documento c'è scritto " … i beni comuni e immobili giacenti nel territorio di Lamezzena in pieve d'Intelvi verso la suddetta strada che va da Blessagno a Pigra verso la valle asolandina (?) dalla cima dello stesso monte Gireglio…". L'unica valle nominata nelle cartine dei sentieri è la valle della Camoggia, ben oltre Pigra, ma non c'è sicurezza in questo.

Sono poi interessanti i personaggi. Oltre ai soliti Rusca, c'è la famiglia Gelpi, gli Inganni di Dizzasco (tra cui molti notai) e le famiglie Lavizzari e Castelli (de Castello) di Argegno (Francesco Lavizzari di Argegno figlio del fu Giovanni e Giovanni Giacomo del castello di Argegno).

Simona Castelli


Il Comune di La Mezzena

Il Comune di La Mezzena a partire dalla metà del XIV secolo nei documenti comincia ad essere citata la terra de Lamezena, cioè di La Mezzena.

La prima citazione che riguarda tale comunità si trova in una investitura di decime datata 15 maggio 1350 in cui Francesco de Meliis de Regio, abate del monastero di San Benedetto d'Isola, investe Giacomo detto Molum de Castello Argegno, canonico della chiesa di Nesso e Minetus de Ezio della decima del vino per i luoghi e territori de Arzegnio et de Lamezona. Altri quattro documenti successivi, sempre investiture di decime con date dal 1354 al 1379, riportano lo stesso termine: terra de Arzegnio et de Lamezena. Negli atti notarili quattrocenteschi, La Mezzena non è più indicata come un luogo, ma come comune e comunità a sé stante governata da sindaci propri, come dimostrano due convocazioni, una del 15 agosto 1421 e l'altra del 1 marzo 1422. In alcuni atti successivi sono indicate le località facenti parte di questo comune: Dizzasco, Muronico, Sorianico, Biazzeno, Rovasco, ricalcando grosso modo l'estensione dell'attuale comune di Dizzasco.

Il nome, usato forse inizialmente come toponimo per identificare una zona mediana, è diventato pian piano un appellativo di luogo per identificare un comune.

In un momento imprecisato del XVI secolo, però il termine La Mezzena acquisisce un'accezione differente: in due documenti del 1568 citati dal Cavadini, Casasco e Cerano sono detti comuni della Mezzena. Quindi il termine sembra definire non più un comune, ma quasi un'area geografica sopra Argegno.

Nel 1662 in un documento riguardante una lite tra due medici condotti, uno dei due promette di rinunciare all'esercizio della sua professione nei luoghi "della Valle Intelvi, delli 5 comuni della Mezzena, della Pieve di Isola e di Brienno e di altri luoghi circonvicini."

Maggiore chiarezza viene dal catasto Teresiano del 1722: sulle mappe le località di Casasco, Cerano, Pigra, Schignano e di Dizzasco comprendente anche Rovasco e Biazzeno, sono citate ciascuna con l'appellativo "uno dei cinque comuni della Mezzena"

Il termine La Mezzena scomparve, almeno nei documenti, con la riforma austriaca dell'amministrazione periferica del 1786, quando venne nuovamente modificata la composizione delle pievi amministrative, chiamate da quel momento cancelleria o distretti. L'antico territorio di La Mezzena viene smembrato: Argegno e Pigra vennero inseriti nel quarto distretto insieme ai paesi delle pievi di Lenno e Menaggio e dei paesi di Colonno, Ossuccio e Sala. Dizzasco con le sue frazioni, Cerano, Casasco e Schignano furono invece assegnati al settimo distretto, quello della Valle Intelvi.


Tratto dal libro "Argegno. Storia e memorie di un Comune del Lario" di Donato Gregorio, Bellavite Editore in Missaglia, 2009, pag. 49.